Archivio delle opere di Andrea Benetti

In questa pagina si trova l’archivio digitale delle opere di Andrea Benetti. L’archivio è suddiviso in Collezioni, che sono illustrate brevemente di seguito. Sotto l’icona di ogni opera, troverete la scheda tecnica, che comprende il numero di archiviazione, il titolo, l’anno di realizzazione, le dimensioni, la tecnica ed il tipo di supporto utilizzato.

Con questa Collezione, Andrea Benetti rende omaggio agli uomini preistorici, che sentirono per primi il bisogno di dipingere sulle pareti rocciose delle grotte, creando di fatto la prima forma d’arte della storia dell’uomo.

Con questa Collezione, Andrea Benetti vuole evidenziare che la pittura astratta, almeno nella sua forma embrionale, era già nata nelle grotte della Preistoria, grazie alla pittura Rupestre, in cui spesso erano presenti simboli e forme colorate.

Archivio delle opere di Andrea Benetti
Andrea Benetti insieme a Gregorio Rossi

Con questa Collezione, Andrea Benetti si diverte ad immaginare che cosa dipingerebbe un ipotetico uomo delle caverne, catapultato nella contemporaneità. Se nella preistoria dipingeva mammut, uri, bisonti, renne, poiché erano i soggetti che lo circondavano, Benetti ipotizza che cosa dipingerebbe oggi, selezionando dei soggetti contemporanei e creando di fatto una neo iconografia.

Questa Collezione di opere è realizzata con pigmenti del Paleolitico e nasce grazie all’importante collaborazione di Andrea Benetti con l’Università di Bologna e con l’Università di Ferrara. Quest’ultima ha certificato e fornito all’artista bolognese dei pigmenti (sedimenti, terre, ocra e carbone) rinvenuti nello scavo archeologico della Grotta di Fumane. Questi colori erano serviti 40.000 anni fa ad un artista preistorico, per dipingere cinque pietre rinvenute negli scavi.

I disegni Neorupestri sono realizzati su una carta creata da Andrea Benetti, alla quale attribuisce il nome del luogo in cui la realizza. La “Carta di Montesanto“, la “Carta di Patù, la “Carta di Sant’Erasmo” e così via. I disegni sono a carboncino, sanguigna, seppia e gesso. Le figure ritratte sono ispirate ai simboli della pittura Rupestre. I disegni sono inseriti tra due lastre di plexiglas, unite da borchie di argento satinato.

Le dodici opere dedicate alla Velocità, fanno parte di uno studio di Andrea Benetti intitolato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, divenuto un libro da collezione nel 2009, nato per il centenario del Futurismo, che inneggiava alla velocità. Nel suo progetto, Andrea Benetti ha coinvolto una quindicina di professori universitari, che hanno aderito all’iniziativa, scrivendo a margine della pubblicazione un breve saggio, in cui analizzano l’influenza della velocità nella loro dottrina di insegnamento.

La Collezione, intitolata “Signum Crucis” ritrae il simbolo della Croce, in un contesto di pittura astratta. È una Collezione “differente” dai soggetti dedicati alla pittura Rupestre, che solitamente ispirano l’arte di Andrea Benetti; ma sono opere realizzate comunque col suo classico stilema pittorico (i bassorilievi creati in fondo gesso su tela). Dopo che un’opera raffigurante la Croce, dedicata a Papa Giovanni Paolo II, fu donata a Papa Benedetto XVI dall’Ente Morale A.N.F.E., l’artista emiliano ha realizzato la Collezione, che conta in tutto tredici opere.

Andrea Benetti iniziò a fotografare nei primi anni ’80 con una Nikkormat, una macchina fotografica manuale della Nikon. Imparò a fotografare grazie al suo insegnante e amico, il professor Marco Caroli, fotografo e storico bolognese.

La passione per la fotografia, che da sempre anima Andrea Benetti, ha come soggetto prediletto Venezia. Iniziò a fotografarla negli anni ’80 con una Nikon manuale. Da allora, Venezia è rimasta la meta prediletta degli scatti di Andrea Benetti.

La Collezione “Photo Graphics” è composta da opere realizzate con un insieme di tecniche creative digitali, nelle quali Andrea Benetti è particolarmente esperto. Iniziando da uno scatto fotografico, Benetti elabora l’immagine con vari software di grafica e foto-ritocco, fino ad arrivare ad un’opera “Photo graphics”, stampata su alu-dibond.

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